
Quando ho saputo della scomparsa di Leo, non ci ho creduto. Leo era per me una di quelle persone “mitiche” che non hanno un inizio ed una fine, semplicemente ci sono sempre state e sempre ci saranno. E invece se ne è andato anche lui, sembra quasi impossibile.
E’ difficile riassumere in poche parole quello che Leo è stato per i giovani dell’oratorio di Turro e per gli adulti delle Acli di Turro. La sua passione per il calcio era smisurata e contagiosa; in più aveva una capacità comunicativa unica con la quale andava a cercare i ragazzi per le strade di Turro per convincerli a venire in oratorio a giocare a calcio.
Ma lui era anche molto altro: allenatore focoso ma affezionato ai suoi ragazzi, eccezionale giocatore di carte alle Acli, grande cuoco ai campi estivi di Edolo, dolce marito e tenero papà.
La sua simpatia tipicamente pugliese ci divertiva tantissimo, e ne sentiremo la mancanza. Ma è stato anche un serio maestro di generosità e condivisione, filtrata da ogni forma di ipocrisia; quello che aveva da dirti lo diceva dritto in faccia, senza falsi sorrisi, ma alla fine ci si salutava sempre con una pacca sulla schiena o un simpatico sfottò alla sua amata Inter.
Ha sempre badato al sodo fino all’ultimo; quando ha capito che si stava avvicinando il suo momento, al termine di una lunga malattia, ha chiesto che gli fossero risparmiati corone e fiori, e che l’equivalente venisse devoluto all’oratorio di Turro per l’acquisto di palloni per i ragazzi dell’oratorio.
Grande Leo, grazie Leo.
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