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Edo Bianchi, un vero uomo di sport

Caro Edo, l’ultima volta che ci siamo visti era il battesimo della tua piccola Martina; era una bella giornata di sole, e tu stavi bene. Poi sono arrivate le nuvole, la malattia ha lentamente preso il sopravvento, e il destino ti ha portato via, sopra le nuvole.

Ti ho conosciuto tanti anni fa’ sopra il campo impolverato del vecchio oratorio di Turro, prima come mio allenatore, poi come compagno di squadra. Alla fin fine, ci siamo messi ad organizzare anche i tornei serali con gli amici, con la collaborazione del grande Leonardo Cavone, che avrai sicuramente riabbracciato nella calca di lassù. Eri un’anima in pena, non riuscivi a stare fermo un secondo neanche quando giocavi a carte al Circolino; il tuo moto perpetuo trasmetteva però freschezza ed entusiasmo a chi ti circondava. A volte, mi sembra di rivederti ancora mentre zampettavi leggero sui campi di calcio e di tennis come una cavalletta. In questi ultimi anni c’era anche l’appuntamento fisso del 1° mercoledì di luglio alle ore 6, in oratorio, per salutare il tuo don (Alberto) ed alcuni dei tuoi amici di Turro che partivano in bicicletta per la Route. Dovesse crollasse il mondo, la presenza di Edo alla preghiera di inizio giro era l’unica certezza della giornata. Quando non ti abbiamo visto all’appuntamento di quest’anno, qualche tegola ci è davvero crollata addosso.

Forse non lo sai, ma il tuo esempio di sportivo mi ha insegnato alcune cose importanti della vita. Innanzitutto la correttezza e l’onestà: mai un’entrata di troppo, mai una discussione accesa con l’arbitro, il braccio sempre teso verso l’avversario caduto in terra. Poi la generosità e l’altruismo: correvi sempre tanto e a volte anche per chi (come me) non aveva più birra nelle gambe. Sei sempre stato propositivo nei confronti di tutti, sempre disponibile ad organizzare, fare e disfare, senza alcun tornaconto personale. Insomma: un vero uomo di sport, e un vero amico.

Sai però la cosa che forse più di tutte ricorderò? Il tuo sorriso, abbondante e contagioso, fresco e spontaneo. In una parola: unico.

Arrivederci Edo. In questi casi si suole dire: riposa in pace. Ma non è questo il tuo caso: sono infatti sicuro che dalle tue parti ci sono ancora tanti campi da calcio e da tennis su cui puoi continuare a zampettare leggero leggero, come ai vecchi tempi.

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